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Stazione di uplink SkyPlexNet a Matera
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Il Politecnico Umberto I via satellite a Baghdad

18/03/2004 630 views 1 likes
ESA / Space in Member States / Italy

La ricostruzione dell’Iraq passa anche attraverso l’indipendenza del paese in settori cruciali come la medicina. E grazie alle telecomunicazioni satellitari, ha preso il via un progetto di telemedicina che collega direttamente l’ospedale Al-Mansour di Baghdad e il Policlinico Umberto I a Roma. Di che si tratta?

L’ospedale Al-Mansour è una struttura ospedaliera universitaria ed è il centro oncolo-ematologico di riferimento dell’intero Iraq, soprattutto per la cura dei bambini da 0 a 15 anni. E, naturalmente, com’è facile immaginare, deve fronteggiare la situazione di emergenza che sta vivendo il paese.

Il progetto di cooperazione a cui fai riferimento è finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea ed è un progetto ampio, che oltre a scambi e contatti diretti tra i due ospedali, prevede anche corsi di aggiornamento del personale medico residente a Baghdad.

Attraverso una connessione diretta audio/video via satellite tra i due ospedali si rende possibile, per esempio, anche il consulto per la conferma o per un semplice un parere circa una diagnosi o su una terapia. Oppure, ad esempio, permette di stabilire se è opportuno considerare il trasferimento di un bambino da Baghdad a Roma, secondo la terapia che si rende necessaria.

Ci sono altri aspetti che sono apparentemente meno importanti ma che hanno grande rilievo di tipo pratico: per esempio un link satellitare come questo rende possibile ai medici e agli studenti iracheni l’accesso alla letteratura scientifica aggiornata così come a corsi interattivi e a videoconferenze

W3A - SkyPlex
W3A - SkyPlex

Come è nato il progetto?

Nel maggio 2003, dopo la fine formale dei combattimenti, l’associazione non governativa INTERSOS ha promosso alcune missioni per capire le necessità delle strutture ospedaliere di Baghdad, usufruendo della consulenza del Prof. A. Angelici, docente del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università “La Sapienza” di Roma.

A Baghdad esistono ben 36 ospedali pubblici, che avevano subito distruzioni, saccheggi e che avevano subito atti di banditismo e in particolare, la Città Universitaria di Baghdad racchiude molti edifici con diverse specializzazioni che, nonostante la mancanza di acqua e di energia elettrica, hanno continuato a funzionare. Come potevano.

L’unità di oncologica dell’ospedale universitario Al-Mansour disponeva di 12 medici e 5 infermieri che si davano i turni, con un reparti di 27 posti letto. A fronte di 1628 ricoveri all’anno per bambini affetti da neoplasia, di 500 visite al mese (i dati si riferiscono al 2002).

L’ESA ha ricevuto la proposta di finanziare il progetto, che si inserisce perfettamente nell’ambito del programma EUROMEDNET, coordinato dalla società TELBIOS, che ha appunto l’obiettivo di sviluppare un network di telemedicina.

W3A
W3A

Ma si stanno facendo reali passi in avanti per aumentare l’interattività nelle telecomunicazioni?

L’interattività è indubbiamente la sfida di oggi e in particolare questo è vero per applicazioni come quelle di cui stiamo parlando.

Fare passi avanti in questa direzione significa poter disporre di tecnologie alla frontiera e, sotto questo aspetto, è importante il lancio del 16 marzo, quando è stato messo in orbita dalla base di Baikonour il più grande satellite per telecomunicazioni della compagnia europea Eutelsat, il W3A. Il W3A, sviluppato sotto la responsabilità industriale di AleniaSpazio, è destinato a un’orbita geostazionaria a 7 gradi est e, soprattutto, è il quarto satellite in orbita che ospita unità SkyPlex, unendosi all’Eutelsat Hot Bird4, che è stato anche il primo satellite su cui sono stati eseguiti i test di funzionamento, all’EuroBird 2 e all’Hotbird 6. Oltre a 5 unità di tecnologia SkyPlex standard, il nuovo satellite dell’Eutelsat ha un’unità di nuova generazione, più leggera, più piccola. Le applicazioni immediate sono la diffusione di segnali televisivi digitali, servizi multimediali, connettività internet.

SkyPlex non è semplicemente un ripetitore nello spazio, ma ha la possibilità di elaborare il segnale che riceve dalle stazioni di terra prima di diffonderlo agli utenti.

Ma in che cosa consiste la rete SkyPlex e perché si differenzia da altre tecnologie di telecomunicazione via satellite?

In particolare SkyPlex è un multiplatore (o multiplexer) digitale: in sostanza lo SkyPlex può ricevere dati di ingresso da più sorgenti, combinarli e ritrasmetterli come segnale combinato. Inoltre lo standard su cui si basa è lo standard europeo DVB (Digital Video Broadcasting), che da una decina di anni ha lo scopo di armonizzare le tecniche di trasmissione e ricezione dati delle telecomunicazioni.

SkyPlex è l’unica piattaforma al mondo che consente a utenti diversi l’accesso autonomo al satellite, purché si sia dotati di una parabola di dimensioni limitare, meno di un metro.

Queste caratteristiche, insieme naturalmente alla banda larga e allo standard di compressione, rendono SkyPlex utilizzabile da utenti molto snelli, come per esempio università, aziende, servizi multimediali, ma anche ospedali.

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