- E non è forse vero [- disse Socrate-] che, mentre queste cose mutevoli tu le puoi vedere o toccare o percepire con gli altri sensi corporei, quelle, invece, che permangono sempre identiche non c'è altro mezzo con cui si possano cogliere, se non col puro raziocinio e con la mente, perché queste cose sono invisibili e non si possono cogliere con la vista? - Verissimo - rispose [Cebete] - quello che dici. - Poniamo dunque, se vuoi - egli soggiunse - due specie di esseri: una visibile e I'altra invisibile. - Poniamole, rispose. - E che l'invisibile permanga sempre nella medesima condizione e che il visibile non permanga mai nella medesima condizione. - Poniamo anche questo, disse." (Fedone, 79a)