Le trasformazioni energetiche Quando si parla di fonti di energia è opportuno distinguere tra fonti primarie e fonti secondarie. Sono considerate fonti primarie le fonti energetiche direttamente utilizzabili così come si trovano in natura. Per esempio, sono di questo tipo i combustibili fossili (carbone, petrolio e metano), direttamente utilizzabili per produrre energia termica (cioè calore), o l'energia idraulica, che è energia meccanica e come tale viene utilizzata (per far ruotare turbine). Sono considerate fonti secondarie le fonti energetiche ottenute mediante la trasformazione di energia prodotta da fonti primarie. Esempio tipico di fonte secondaria è l'energia elettrica che, pur essendo direttamente presente in vari fenomeni naturali, diviene praticamente utilizzabile solo se prodotta su grande scala mediante trasformazione di altre fonti primarie (combustibili fossili, energia idraulica, combustibili nucleari, energia solare, ecc. ). Però, ogni trasformazione da una fonte all'altra avviene sempre con perdite, spesso assai rilevanti. Particolarmente negativo è il rendimento di trasformazione (rapporto tra la quantità di energia consumata e la quantità di energia prodotta) quando si ha passaggio attraverso la forma energia termica (calore), una forma scarsamente pregiata di energia. Poiché la maggior parte dell'energia elettrica è oggi prodotta in impianti dove si bruciano combustibili fossili (centrali termoelettriche) e che hanno un rendimento di circa 2/5 (cioè attorno al 40%, entra 100 ed esce 40), è facile intuire che questo grande spreco è giustificato solo dai vantaggi offerti dalla forma energia elettrica, fonte energetica secondaria.