RISCHI AMBIENTALI Energia e ambiente Nell'antichità all'uomo bastava poca energia: un po' di legna per cucinare e riscaldarsi, un po' di vento o un torrente per far girare il mulino e macinare il grano. E se il vento (o l'acqua) non c'era, alla macina veniva legato un asinello che continuava a girare in tondo. Ai trasporti pensavano i buoi e il vento spingeva le navi; e se il vento non c'era ci pensavano i rematori, magari schiavi. Oggi, nel pieno della civiltà industriale, all'uomo sono necessarie enormi quantità di energia. Senza un continuo e regolare rifornimento di energia non potrebbero funzionare case, città, macchine, industrie. Inoltre, il continuo aumento della popolazione fa si che il consumo di energia continui a crescere. Produrre e impiegare energia provoca pero inquinamento e alterazione degli equilibri naturali dell'ambiente che ci circonda, anche se in misura diversa da fonte a fonte. In un passato recente, per soddisfare il fabbisogno energetico si tendeva senz'altro a usare le fonti di energia meno costose e di uso più semplice, che erano in genere anche le più inquinanti. Oggi nella scelta delle fonti energetiche si cerca invece di equilibrare gli aspetti economici (costi, disponibilità, ecc.) con gli effetti ambientali. Energia pulita? Come si è accennato, non tutte le energie inquinano allo stesso modo: alcune sono più inquinanti di altre, ma nessuna è perfetta. Anche le energie rinnovabili (per esempio l'energia eolica, l'energia solare e l'energia idroelettrica), che pure non inquinano nel senso tradizionale del termine, cioè non producono sostanze nocive per gli animali e le piante, richiedono grandi impianti che deturpano il paesaggio: anche questa è una forma di rottura degli equilibri naturali. Il "rischio" dell'energia Le fonti energetiche oggi con maggiore impatto per l'ambiente sono i combustibili fossili. Bruciando, liberano varie sostanze gassose nocive, soprattutto anidride carbonica (biossido di carbonio), anidride solforosa (diossido di zolfo), ossidi di azoto di vario tipo e ceneri; ciascuna di queste sostanze provoca guai di tipo diverso. L'anidride carbonica è uno dei gas responsabili del cosiddetto "effetto serra" che, secondo gli scienziati, rischia di provocare un aumento della temperatura della Terra. L'anidride solforosa si mescola alle goccioline d'acqua e provoca il fenomeno delle "piogge acide" che distruggono gli alberi, uccidono i pesci dei laghi e rovinano anche i monumenti. Gli ossidi di azoto, assieme ai clorofluorocarburi (CFC, gas artificiali usati in alcuni processi industriali e come propellenti nelle bombolette spray), sono tra i responsabili del "buco nell'ozono", cioè della distruzione della sottile fascia di gas ozono che si trova nell'alta atmosfera e che protegge la Terra dai raggi ultravioletti nocivi del Sole. Disponibilità e possibilità di scelta Per stabilire le fonti energetiche da usare, alcuni Paesi preparano un "piano energetico", in cui viene definito il suo fabbisogno di energia e il modo per soddisfarlo. In un piano energetico vengono fatte delle previsioni che tengono conto della popolazione e della sua probabile crescita, del tipo di industrie attive sul territorio e della loro espansione ecc. Si stabilisce così la domanda di energia (ovvero il fabbisogno energetico) del paese e si fanno delle ipotesi su come fronteggiarla. A questo scopo viene valutata l'offerta di energia, cioè l'insieme di fonti direttamente disponibili nel paese (in Italia soprattutto energia idroelettrica e metano) e di quelle acquistabili all'estero. Va ricordato che solo pochi tra i paesi industrializzati hanno fonti energetiche sufficienti ai loro bisogni; gli altri devono comprare all'estero l'energia di cui hanno bisogno e quindi il problema della scelta delle fonti e dei paesi fornitori è sempre molto difficile. Fino a qualche anno fa la scelta si orientava senz'altro sulle fonti di energia più economiche, senza badare all'inquinamento che producevano. Oggi, nel preparare i piani energetici, si sta più attenti perché si sa che il risparmio sui costi di acquisto è un'illusione: alla fine, prima o poi, l'inquinamento presenta sempre il suo conto.