GABRIELE D’ANNUNZIO
LA SERA FIESOLANA
Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscio che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta
su l’alta scala che s’annera
contro il fusto che s’inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la Luna è prossima a le soglie
cerule e par che innanzi a sé distenda un velo
ove il nostro sogno si giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.
Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pei tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l’acqua del cielo!
Parafrasi
Le mie parole in questa sera ti (alla donna amata) diano freschezza
come il fruscio che fanno le foglie del gelso nella mano di chi (il contadino)
le raccoglie in silenzio e ancora si attarda nel lavoro che procede lentamente
stando sull’alta scala che diventa scura (perché scende la notte) appoggiata al
tronco (dell’albero) che diventa di color argento con i suoi rami nudi perché
la luna è vicina ai confini azzurri (del cielo) e sembra che distenda davanti a
sé un chiarore nel quale il nostro (del poeta e della donna amata) sogno
(d’amore) giace e sembra che la campagna si senta gia immersa dalla luna nel
gelo notturno e (sembra che ) assorba da lei (la luna) la pace desiderata
(durante il calore del giorno) anche se ancora non la (la luna) vede.
O sera sii lodata per il tuo viso (color) di perla e per i tuoi grandi
occhi umidi (le pozzanghere formate dalla pioggia) nei quali si raccoglie
silenziosa l’acqua del cielo (la pioggia).
Figure Retoriche
Le soglie cerule: METAFORA che indica la notte.
Occhi umidi: METAFORA che indica le pozzanghere di pioggia.
Fresche le mie parole ne la sera ti sien come il fruscio che fan le foglie: ALLITTERAZIONE della lettera F