65 Ascolta, ascolta. L’accordo

delle aeree cicale

a poco a poco

più sordo

si fa sotto il pianto

che cresce;

ma un canto vi si mesce

più roco

che di laggiù sale,

dall’umida ombra remota.

Più sordo e più fioco

s’allenta, si spegne.

Non s’ode voce del mare.

Or s’ode su tutta la fronda

crosciare

l’argentea piggia

che monda.

il croscio che varia

secondo la fronda

più folta, men folta.

Ascolta.

La figlia dell’aria

è muta; ma la figlia

del limo lontana,

la rana

canta nell’ombra più fonda,

chi sa dove, chi sa dove!

E piove su le tue ciglia,

Ermione.

 

 

PARAFRASI:

Ascolta, ascolta. Il canto unisono delle cicale nell’aria diventa a poco a poco più basso

sotto la pioggia che aumenta;

ma vi si mescola un canto più roco che si leva da un luogo impreciso nella lontana oscurità umida. Più basso e più flebile diminuisce, si spegne.

Una nota sola ancora vibra, si spegne, ricomincia, vibra, si spegne.

Non si sente il rumure del mare, ora si sente su tutte le foglie scrosciare la pioggia argentata e sonora che pulisce, lo scroscio che varia a seconda che le foglie siano più folte, meno folte. 

La cicala è muta ma la figlia del fango, la rana, canta nell’ombra più profonda, chi sa dove, chi sa dove!

E piove sulle tue ciglia Ermione.

 

SPIEGAZIONI:

Anche qui osserviamo che la strofa si apre con un imperativo che in realtà è un invito a Ermione a non perdere le sensazioni uditive che si possono provare all’interno del pineto. Il suono della pioggia è accompagnato dal verso della cicala e da quello della rana.che sono descritti in maniera efficace attraverso le figure retoriche.

 

FIGURE RETORICHE:

Le più utilizzate sono le figure retoriche di suono come quelle onomatopeiche (ad esempio le alliterazioni) che cercano di riprodurre i suoni del mondo naturale. Alcuni esempi:

·        vv. 73/75: la prevalenza di u e di o ricorda il verso della cicala.

·        vv. 81/83: la prevalenza di suoni duri come la r ricorda il crosciare della pioggia.

La strofa, come tutta la poesia, ha una grande musicalità agevolata anche dall’uso di figure retoriche come l’ epifora dei vv. 77/78.