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Le tecnologie didattiche
Alberto Battaggia
Materiali didattici del corso  di "Tecnologie didattiche ed educative"
Scuola regionale Interateneo di specializzazione per la scuola secondaria del Veneto, a.a. 2002/2003, sedi di Verona e Padova
, http://helios.unive.it/~corc_sis/default.htm

 

2.Tecnologie e comunicazione didattica

2.2.
Il computer nella didattica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vale la pena accennare brevemente all'evoluzione tecnologica dei computer, ricordando che esiste uno sviluppo dell'hardware, di cui si occupa l'elettronica; e uno sviluppo del sofrtware, di cui si occupa l'informatica. La prima generazione di computer, negli anni della guerra, operavano con valvole termoioniche; "Mark 1" , del 1944, era lungo 18 metri e alto 3. La seconda generazione vide la sostituzione delle valvole con i transistor, che permise di ridurre drasticamente le dimensioni. Quelli di terza generazione, nella seconda metà degli anni Sessanta, si affidarono, attraverso processi fotochimici, alla stampa di circuiti miniaturizzati su piastre di silicio. Negli ultimi venti anni, le tecniche di miniaturizzazione dei circuiti hanno permesso di inserire in pochi millimetri quadri l'equivalente di milioni di transistor. Attualmente si stanno studiando i "biochip", ossia dei microcircuiti integrati su molecole organiche. Circa le prestazioni, negli ultimi anni si è passati dalle macchine megaflop, capaci di svolgere milioni di operazioni al secondo, alle gigaflop, da più miliardi di operazioni al secondo alle teraflop, in grado di svolgerne mille miliardi. Questi impressionanti sviluppi si sono puntualmente trasferiti sul mercato degli utenti comuni. Durante gli anni Novanta, è stato possibile commercializzare a livello di massa i personal computer, capaci di svolgere operazioni notevolissime attraverso interfacce amichevoli. Il tema dell'interfaccia è notevolissimo. Solo le nuove, relativamente facili e intuitive modalità di interazione con la macchina, consentito da interfacce costituite perlopiù da icone e menu a tendina, ha permesso una socializzazione così estesa dei calcolatori. Un fenomeno del tutto analogo vale per Internet: già esistente da una trentina di anni, la rete è entrata in ogni casa grazie al codice html, che ha permesso di fare circolare informazioni in forma multimediale.

Si tratta quindi di fare i conti con tecnologie che stanno rivoluzionando la vita sociale in tutti i suoi aspetti. Se un tempo i computer erano utilizzati esclusivamente per svolgere operazioni logico-matematiche, ora sono utilizzabili per un ventaglio infinito di funzioni. Anche, perciò, nella comunicazione didattica.

Storicamente, i computer sono stati utilizzati nella didattica e nella formazione in diversi modi. Robert Taylor propone queste definizioni metaforiche9: Tutor (insegnante); Tool (strumento); Tutee (lavoratore forzato). L'utilizzo del computer come Tutor ha caratterizzato le esperienze dei programmi Cai (Computer Assisted Instruction) statunitensi. Si tratta di software didattico destinato a supportare o sostuire (in parte) l'insegnante. Possono proporre dimostrazioni, spiegazioni, esercitazioni, test. In ogni caso, all'utente è lasciato una debole capacità di iniziativa. I "tutoriali" traducono applicativamente il modello dell'istruzione programmata (IP) dello psicologo comportamentista Frederic Skinner. Corollario di essa è il Mastery Learning (apprendimento per la padronanza), teorizzato da Block. L'insegnamento è individualizzato, in genere per livelli; segmentato in step che prevedono sistematiche prove di autovalutazione ed eventuali azioni di rinforzo.

Altre esperienze, di tipo Cal (Computer Assisted Learning), centrate sull'apprendimento, chiamati anche "software creativo", hanno previsto uno spazio maggiore di iniziativa all'utente. Tipici i game didattici, nei quali la decisione è per il giocatore obbligata. Oppure le simulazioni, si pensi ai piloti o ai macchinisti dei treni. A questi si possono aggiungere oggi i programmi di navigazione ipermediali. In questi ultimi, il discente opera continue scelte assecondando i suoi interessi o gli obiettivi di ricerca che si pone. Sempre più spesso, la presenza di strumenti di editing (blocco note, archiviazione, assemblaggio di materiali, funzioni di copiatura) permette di svolgere operazioni di co-authoring. Questi programmi, nei quali l'iniziativa dell'utente è possibile e significativa, configurano degli "ambienti di apprendimento" e non più dei "programmi didattici", nozione che richiama concezioni rigide e sequenziali dell'apprendimento.

La seconda metafora di Taylor è il computer come Tool, come strumento. Rientrano in questa categoria gli applicativi di videoscrittura (Word); calcolo (Excel); elaborazione grafica (Image Composer), ecc. Molto rilevanti, da un punto di vista didattico, sono gli authoring-ipermediali, che consentono, grazie ad un'interfaccia amichevole, di elaborare complesse applicazioni ipermediali off-line (Toolbook) e/o on line (Front Page). Da considerare anche i programmi di presentazioni (Power Point). Infine, vanno considerati i tool che operano nell'ambito della telematica: dai browser che permettono la navigazione in Internet ai programmi di gestione della posta elettronica, delle chat, dei newsgroup.

L'ultima metafora di Taylor - tutee, lavoratore forzato - è quella che assegna al computer una funzione puramente esecutiva, sulla base di istruzioni apposite: ci si riferisce ai linguaggi di programmazione.

L'introduzione di tecnologie informatiche nell'azione educativa deve essere frutto di una strategia. "Applicare tecnologia ai sistemi formativi significa…introdurre criteri di progettazione, di gestione e di valutazione nei processi di insegnamento-apprendimento, utilizzando i media dell'informazione e della comunicazione"10. Ciò significa interrogarsi sulla specificità comunicativa del pc nell'organizzare i contenuti; nel definire gli obiettivi di apprendimento al raggiungimento dei quali il pc appare particolarmente adatto; nel definire un coerente ruolo dell'insegnante.

Note

 

9) Robert Taylor, The computer in the school: Tutor, Tool, Tutee, Teacher College Press, Columbioa University, New York, 1980.
10)
Luciano Galliani, op. cit., pag. 23
  3. La progettazione didattica multimediale

sommario




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