Il gioco della pallacanestro si differenzia sostanzialmente dagli altri giochi per l’assoluto divieto di muoversi per il campo senza abbinare il movimento con il palleggio. Quindi muoversi , cioè camminare per il campo senza palleggiare è un infrazione e da ciò ne deriva una immediata perdita del possesso della palla. Palleggiare correttamente è essenziale per poter giocare bene dunque solo atleti completi e quindi dotati anche di un buon palleggio possono eccellere nel gioco.
Da quanto detto è evidente che l’insegnamento della tecnica cestistica non può prescindere dal corretto allenamento dei fondamentali del palleggio.
Partiamo dallo scomporre il fondamentale “palleggio” nelle sue componenti basilari, cioè il movimento della mano, quello del braccio e la postura del corpo.
Consideriamo innanzitutto il più semplice caso del palleggio da fermo. La mano va tenuta aperta, rivolta verso il basso ed il polso morbido, pronto ad ammortizzare il contatto della palla con la mano aumentandone il controllo.
La mano deve toccare il pallone con le sue estremità, cioè con le dita usando bene i polpastrelli infatti un palleggio eseguito con il palmo della mano risulterebbe macchinoso e molto poco efficace.
L’avambraccio si muove dall’alto verso il basso e fornisce la spinta necessaria che abbinata al movimento del polso riesce ad imporre alla palla diverse direzioni e velocità.
L’utilizzo del polso combinato con l’avambraccio è importantissimo per variare altezza e frequenza del palleggio, infatti vale la regola che all’abbassarsi dell’altezza del palleggio si aumenta la frequenza dello stesso e viceversa. Quindi quando saremo in una situazione poco dinamica il palleggio va tenuto basso e frequente, invece in corsa lo si dovrà inevitabilmente alzare, allungare e diminuire di frequenza così da assecondare la maggior velocità del gioco.
La postura del corpo varia a seconda della situazione di gioco ma è fondamentale che il busto sia sempre tendenzialmente eretto e che la testa sia sempre alta così da non perdere mai la visione del gioco. Le gambe, come nella corretta posizione fondamentale, non sono mai tese ma sempre piegate e il contatto con il terreno è affidato agli avampiedi.
Una corretta progressione didattica vuole che si parta prima dall’insegnamento del palleggio sul posto e poi si proceda abbinandolo alla corsa. Il punto di partenza è la posizione fondamentale, una buona postura rende più facile l’osservazione di ciò che accade in campo e permette di prendere decisoni appropriate al momento giusto.
Impostata una corretta postura procediamo col curare il movimento del polso, dell’avambraccio e soprattutto la posizione dove far battere la palla cioè poco più avanti e poco lateralmente rispetto alla punta del piede. Infatti bisogna assolutamente vietare che i ragazzi prendano l’errata abitudine di palleggiare di lato, cioè accanto al corpo, perchè palleggiare in questo modo rallenta la corsa, peggiora il controllo e rende meno agile l’atleta.
La spinta è garantita dall’avambraccio che unito alla mano spinge e controlla il pallone, curando che ciò avvenga dall’alto verso il basso, mentre nei cambi di mano con cambio di direzione la mano si sposta sul lato della palla opposto a quello della direzione da imporre e spinge lateralmente facendo battere il pallone scegliendo un angolo di incidenza a terra adatto alla nuova direzione.
Ci sono alcuni esercizi base dai quali cominciare da eseguire sul posto. Il primo è molto semplice e consiste nel far palleggiare in varie posizioni come quella fondamentale, da inginocchiati, da seduti e infine da sdraiati passando da una posizione all’altra senza mai interrompere il palleggio. E’ importante rispettare sempre la regola che di aumentare la frequenza del palleggio al diminuire dell’altezza da terra.
Un secondo importante esercizio consiste nel palleggiare camminando e alternando palleggi alti, medi e bassi, così da abituare l’atleta a conoscere le alternative da usare nelle varie situazioni di gioco.
Per esercizi più complessi a breve dedicherò un’area apposita!