Pubblicato da: slots79 | settembre 6, 2009

Test Atletici – Cominciamo con metodo!

In una breve riunione dello Staff Tecnico abbiamo deciso che per cominciare nel modo giusto e poter poi valutare la bontà del lavoro svolto bisogna cominciare facendo dei tests atletici.

Quindi la prima serata procederemo con:

  • Pesatura di inizio Stagione e misurazioni (circonferenza toracica, giro vite e bicipite);
  • Riscaldamento;
  • Test di Elevazione;
  • Test di Velocità (5mt, 12mt e 20mt)
  • Test di Tiro (liberi, 2pt, sotto canestro, 3pt)
  • Test di Resistenza (Test Navetta);
  • Test Massimale su Tricipiti, Flessioni e Addominali.

Dopo pubblicheremo i risultati in modo che ogni atleta potrà monitorare i suoi miglioramenti ogni volta che effettueremo i tests.

Buon Lavoro e… forza Akery!

Pubblicato da: slots79 | gennaio 8, 2009

Piano trimestrale: primo trimestre 2009

Piano di allenamento Trimestrale: Primo Trimestre 2009

Voglio rendere pubblico e quindi soggetto alla vostra opinione il piano trimestrale per i primi tre mesi del 2009 dettagliato per mese e settimana, la finalità che mi pongo è di illustrare ai miei giovani allievi allenatori che prima di arrivare all’allenamento in palestra si deve necessariamente fare un’attività di scrivania finalizzata a preparare un lavoro finale di buona qualità.

Per cominciare analizziamo i risultati raggiunti fino alle festività natalizie.

Nei primi tre mesi di allenamento ci siamo dedicati molto, direi qualsi esclusivamente, alla difesa individuale ed al contropiede curando maggiormente la sua prima fase di impostazione. I risultati ottenuti sono evidenti e li abbiamo visti nella trasferta di Casavatore dove finalmente abbiamo visto una squadra che aveva come unico obiettivo quello di difendere e di correre in contropiede. Speriamo solo che le numerose assenze delle festività Natalizie non facciano fare un passo indietro sulla preparazione del contropiede così da permetterci una prosecuzione del lavoro avviato.

Il mio obiettivo iniziale era quello di creare una squadra impostata per il contropiede che facesse poco gioco statico e non mi facesse perdere troppo tempo a preparare schemi macchinosi e contorti in modo da òiberare èiù tempo per migliorare i fondamentali individuali. Diciamo che con perseveranza abbiamo imboccato la strada giusta ma il lavoro è ancora tanto. Il fatto di aver trovato un semplice ma efficace equalibrio di gioco mi ha dato la possibilità di concentrarmi sui fondamentali individuali  di cui quasi tutto il gruppo scarseggia.

Ora mi appresto a focalizzare l’attenzione sui tre mesi che verranno e a decidere gli obiettivi da raggiungere alla fine di questo breve periodo. Alla luce di quanto detto fin’ora vorrei concentrarmi di più sui fondamentali individuali perchè i ragazzi sono giovani ed io devo fare in modo loro finiscano l’anno con un bagaglio tecnico che gli consenta di giocare con qualsiasi modulo tattico senza avere problemi di adattamento. I fondamentali su cui mi vorrei concentrare sono quelli difensivi e sul tiro perchè dall’analisi da me fatta emerge che possiamo migliorare ancora molto in difesa e poi che siamo scadenti al tiro, perciò quando affrontiamo qualche difesa a zona che si chiude in area abbiamo difficoltà ad attaccarla dal perimetro.

Obiettivi I Trimestre:

  1. Difesa individuale;
  2. Tiro.

Passo ora a formalizzare i fondamentali in base al peridodo di allenamento, premettendo che porterò avanti entrambe gli obiettivi contemporaneamente:

  • Gennaio:
    • Settimana dal 5-10: Difesa individuale (scivolamento); Meccanica del tiro (caricamento,mano, polso, avambraccio);
    • Settimana dal 12-16: Difesa individuale (anticipo difensivo e cambio di guardia); Meccanica del tiro (movimento degli arti inferiori e del bacino);
    • Settimana dal19-23: Difesa individuale (scivolamento); Meccanica del tiro (caricamento,mano, polso, avambraccio);
    • Settimana dal 16-30: Difesa individuale (anticipo difensivo e cambio di guardia); Meccanica del tiro (movimento degli arti inferiori e del bacino);
  • Febbraio:
    • Settimana dal 2-6: Difesa individuale (scivolamento); Meccanica del tiro (caricamento,mano, polso, avambraccio);
    • Settimana dal 9-13:  Difesa individuale (anticipo difensivo e cambio di guardia); Meccanica del tiro (movimento degli arti inferiori e del bacino);
    • Settimana dal 16-20: Difesa individuale (difesa sul dai e vai); Tiro in movimento (dal palleggio);
    • Settimana dal 23-27: Difesa individuale (difesa 1c1); Tiro in movimento (dopo ricezione);
  • Marzo:
    • Settimana dal 2-6: Difesa individuale (difesa sul post); Tiro in movimento (dal palleggio);
    • Settimana dal 9-13: Difesa individuale (difesa 1c1); Tiro in movimento (dopo ricezione);
    • Settimana dal 16-20: Difesa individuale (difesa sul post); Tiro in movimento (dal palleggio);
    • Settimana dal 23-27: Difesa individuale (difesa sul lato debole); Tiro in movimento (dopo ricezione);

Ecco a voi qualche piccolo cenno di tecnica cestistica gentilmente domostrato da due grandi campioni NBA!

Pubblicato da: slots79 | gennaio 2, 2009

Progressione didattica in un piano di allenamento.

Nello scorso post abbiamo esaminato quali sono le tappe fondametali per la preparazione di un piano di allenamento, ora invece analizzeremo un concetto molto importante per preparare piani sempre più funzionali al raggiungimento degli obiettivi stagionali.

La progressione didattica degli esercizi è un elemento fondamentale e consiste nella scomposizione del fondamentale in tante piccole parti come i fotogrammi di un film. Partendo dalla conoscenza particolare di ogni fotogramma, cioè di ogni sigola parte del fondametale noi potremmo creare delgi esercizi ad-hoc.

Facciamo qualche esempio: abbiamo già descritto il fondamentale palleggio e quindi adesso andiamo ad eseguire la sua scomposizione.

  1. palleggio sul posto, curare: la posizione fondamentale, il punto dove batte la palla, il movimento della mano, del polso e dell’avambraccio;
  2. palleggio in movimento, curare: la spinta della mano e dell’avambraccio, la diversa altezza ed intensità del palleggio in base alla velocità di spostamento;
  3. cambi di mano: frontali, dietroschiena, giro in palleggio e tra le gambe con e senza conclusione;
  4. palleggio protetto;

Notate in quante parti può essere scomposto un fondamentale e considerate che per ognuna di esse si può creare un esercizio apposito.

Facendo un lavoro di scomposizione di questo tipo possiamo creare dei piani di allenamento che siano didatticamente progressivi e che quindi potranno essere facilmente recepiti dagli allievi.

Pubblicato da: slots79 | dicembre 3, 2008

Foto di squadra!

Ecco le cavie dei miei esperimenti! 🙂

Under19 - 2008/2009

Pubblicato da: slots79 | dicembre 2, 2008

Preparazione di un piano di allenamento.

Eccoci arrivati alla fase della preparazione di un piano di allenamento. Come abbiamo detto nel post precedente si arriva al piano di allenamento dopo esser passati dalla preparazione degli obiettivi qudrimestrali e mensili. Vi assicuro che agendo progressivamente come vi sto dicendo aiuta a sviluppare i piani di alllenamento e anche ad abbreviare i tempi che impiegherete per farli, in pratica già avrete davanti quali esercizi svolgere e dovrete deciderne solo lo svolgimento ed i tempi.

Quindi fissati gli obiettivi mensili sapremo già che per raggiungerli ci saranno 8 allenamenti in 4 settimane, in questo modo ci ritroveremo un quadro chiaro su cui lavorare.

Ad esempio vi illustro la mia programmazione di dicembre:

Il piano mesile prevede che si debbano raggiungere migliorare i seguenti punti:

  1. difesa individuale sulla palla e sull’uomo senza palla;
  2. difesa individuale sul lato debole (flottaggi difensivi);
  3. tenuta atletica;
  4. impostazione di contropiede (automatismi tra rimbalzista ed aperture);
  5. spaziature offensive;
  6. dimanicità del gioco offensivo;
  7. tenuta psicologica.

Fissati questi argomenti su cui lavorare possiamo passare a contare le sedute di allenamento e gli impegni di campionato per pianificare i vari argometni da trattare nelle singole sedute di allenamento.

Dei punti evidenziati in precedenza darei particolare priorità a due problemi: alla difesa individuale sull’uomo, con e senza palla, alle spaziature offensive ed alla dinamicità del gioco offensivo.

Alla tenuta atletica e psicologica daremo spazio allo stesso tempo in cui perseguiamo gli altri obiettivi semplicemente strutturando gli esercizi in modo più dinamico e pretendendo determinati standard qualitativi, pena punizioni a raffica! 🙂

Quindi ricapitolando, si fissano gli obiettivi mensili, poi si calcola quanto tempo si ha per perseguirli ed infine si procede alla definizione particolare dei piani giornalieri.

Per la nostra Under 19 avremo 7 allenamenti nel mese di dicembre e su qusto numero adesso andrò ad inpostare il lavoro: nei prossimi due allenamenti è prioritario insistere sulla difesa individuale sulla palla e sulle spaziature offensive; nei due allenamenti successivi ci occuperemo sia dei primi che introdurremo la difesa lontano dalla palla ed i criteri per rendere più dinamico il gioco offensivo; infine tratteremo con maggiore insistenza questi ultimi due aspetti del gioco.

Nel particolare io assemblo una seduta di allenamento più o meno allo stesso modo, prevedendo una fase iniziale di riscaldamento e di attivazione, una fase centrale che verta sugli argomenti cardini dell’allenamento ed infine almeno un esercizio di verifica delle capacità apprese con gli esercizio precedenti.

Pubblicato da: slots79 | novembre 17, 2008

Programmazione periodica dei piani di allenamento.

Programmazione periodica dei piani di allenamento

Ogni allenatore che si possa definire tale conduce un allenamento in base ad un programma che ha preparato prima. La preparazione di un piano deve essere inquadrato in un disegno programmatico più grande che consiste nella previsione di obiettivi mensili e trimestrali, quindi, prima di decidere cosa inserire nel piano di allenamento dobbiamo consultarli e sviluppare analiticamente gli esercizi necessari.

Un buon piano prevede almeno obiettivi quadrimestrali, mensili e necessariamente obiettivi settimanali in base ai quali dovremo decidere gli esercizi da fare in settimana. Importante è anche predisporre un sistema di valutazione del raggiungimento degli obiettivi attraverso la preparazione di esercizi creati ad hoc e la preparazione di schede di valutazione.

Prima di tutto si comincia col definire gli obiettivi quadrimestrali, essi copriranno circa la metà dell’attività annuale e per far ciò bisogna individuare degli argomenti didattici complessi, come ad esempio il palleggio frontale con entrambe le mani oppure la corretta meccanica del tiro, così avremo un riferimento su cui impostare il lavoro a lungo termine.

Poi si scende più nel dettaglio con i piani mensili, ai quali è affidata la definizione di obiettivi con un maggior livello di dettaglio fino poi a decidere gli obiettivi settimanali.

Questi ultimi sono molto importanti perchè è su essi che decidiamo gli esercizi da inserire nei piani giornalieri.

L’obiettivo peincipale che ci dobbiamo porre nella creazione di un piano di allenamento è che i ragazzi debbano imparare qualcosa e quindi nel far ciò dobbiamo rispettare i loro tempi di apprendimento. Tareremo quindi il numero degli esercizi da svolgere nell’ora di allenamento sulle capacità individuali degli atleti. E inutile programmare sei esercizi quando poi servono almeno quindinci min per apprendere un fondamentale.

Rimando ad un’altra lezione la trattazione in modo più approfondito dei criteri di preparazione di un piano di allenamento.

Pubblicato da: slots79 | ottobre 28, 2008

Il palleggio… concetti base!

Il gioco della pallacanestro si differenzia sostanzialmente dagli altri giochi per l’assoluto divieto di muoversi per il campo senza abbinare il movimento con il palleggio. Quindi muoversi , cioè camminare per il campo senza palleggiare è un infrazione e da ciò ne deriva una immediata perdita del possesso della palla. Palleggiare correttamente è essenziale per poter giocare bene dunque solo atleti completi e quindi dotati anche di un buon palleggio possono eccellere nel gioco.

Da quanto detto è evidente che l’insegnamento della tecnica cestistica non può prescindere dal corretto allenamento dei fondamentali del palleggio.

Partiamo dallo scomporre il fondamentale “palleggio” nelle sue componenti basilari, cioè il movimento della mano, quello del braccio e la postura del corpo.

Consideriamo innanzitutto il più semplice caso del palleggio da fermo. La mano va tenuta aperta, rivolta verso il basso ed il polso morbido, pronto ad ammortizzare il contatto della palla con la mano aumentandone il controllo.

La mano deve toccare il pallone con le sue estremità, cioè con le dita usando bene i polpastrelli infatti un palleggio eseguito con il palmo della mano risulterebbe macchinoso e molto poco efficace.

L’avambraccio si muove dall’alto verso il basso e fornisce la spinta necessaria che abbinata al movimento del polso riesce ad imporre alla palla diverse direzioni e velocità.

L’utilizzo del polso combinato con l’avambraccio è importantissimo per variare altezza e frequenza del palleggio, infatti vale la regola che all’abbassarsi dell’altezza del palleggio si aumenta la frequenza dello stesso e viceversa. Quindi quando saremo in una situazione poco dinamica il palleggio va tenuto basso e frequente, invece in corsa lo si dovrà inevitabilmente alzare, allungare e diminuire di frequenza così da assecondare la maggior velocità del gioco.

La postura del corpo varia a seconda della situazione di gioco ma è fondamentale che il busto sia sempre tendenzialmente eretto e che la testa sia sempre alta così da non perdere mai la visione del gioco. Le gambe, come nella corretta posizione fondamentale, non sono mai tese ma sempre piegate e il contatto con il terreno è affidato agli avampiedi.

Una corretta progressione didattica vuole che si parta prima dall’insegnamento del palleggio sul posto e poi si proceda abbinandolo alla corsa. Il punto di partenza è la posizione fondamentale, una buona postura rende più facile l’osservazione di ciò che accade in campo e permette di prendere decisoni appropriate al momento giusto.

Impostata una corretta postura procediamo col curare il movimento del polso, dell’avambraccio e soprattutto la posizione dove far battere la palla cioè poco più avanti e poco lateralmente rispetto alla punta del piede. Infatti bisogna assolutamente vietare che i ragazzi prendano l’errata abitudine di palleggiare di lato, cioè accanto al corpo, perchè palleggiare in questo modo rallenta la corsa, peggiora il controllo e rende meno agile l’atleta.

La spinta è garantita dall’avambraccio che unito alla mano spinge e controlla il pallone, curando che ciò avvenga dall’alto verso il basso, mentre nei cambi di mano con cambio di direzione la mano si sposta sul lato della palla opposto a quello della direzione da imporre e spinge lateralmente facendo battere il pallone scegliendo un angolo di incidenza a terra adatto alla nuova direzione.

Ci sono alcuni esercizi base dai quali cominciare da eseguire sul posto. Il primo è molto semplice e consiste nel far palleggiare in varie posizioni come quella fondamentale, da inginocchiati, da seduti e infine da sdraiati passando da una posizione all’altra senza mai interrompere il palleggio. E’ importante rispettare sempre la regola che di aumentare la frequenza del palleggio al diminuire dell’altezza da terra.

Un secondo importante esercizio consiste nel palleggiare camminando e alternando palleggi alti,  medi e bassi, così da abituare l’atleta a conoscere le alternative da usare nelle varie situazioni di gioco.

Per esercizi più complessi a breve dedicherò un’area apposita!

Pubblicato da: slots79 | ottobre 28, 2008

Partenze in palleggio

Anche il più dotato atleta che possegga i migliori muscoli non potrà mai eccellere se non sia dotato di un buon palleggio. La pallacanestro si discosta sostanzialmente dagli altri sport proprio per il palleggio, cioè a causa dell’obbligo di dover palleggiare per muoversi all’interno del terreno di gioco. Da ciò deriva che un atleta che non abbia sviluppato una buona proprietà di palleggio non potrà sfruttare al massimo la sua velocità corporea anche se elevata.
Perciò allenare il giocatore, soprattutto giovanile, al corretto uso del palleggio è la base dello sviluppo di giocatori che possano essere funzionali al gioco di squadra.

L’allenamento dei fondamentali con la palla parte, ovviamente, dal corretto insegnamento del palleggio per poi proseguire con la sua unione a gesti motori più complessi.

Supponiamo che i fondamentali di palleggio siano stati acquisiti in modo sufficiente ed ora cominciamo ad abbinare il palleggio al movimento. Quindi il primo passo da compiere è allenare alle partenze che rappresentano il primo momento in cui l’atleta deve spostarsi col pallone.
Innanzitutto alleniamo a partire da una corretta posizione fondamentale ed importantissimo alleniamo ad una corretta posizione delle mani sulla palla. Le mani devono posizionarsi in modo che i pollici siano ortogonali tra loro, in gergo che siano a T, ciò è propedeutico ad avere una migliore e maggiore velocità nella scelta della mano con la quale cominciare a palleggiare.

PARTENZA INCROCIATA
Cominciamo col descrivere nel dettaglio le varie fasi che compongono la partenza incrociata e vediamo come insegnarle al meglio.
La base di partenza è la posizione fondamentale: busto dritto, ginocchia piegate, appoggiati in posizione di equilibrio sugli avanpiedi (baricentro passo). Il pallone deve essere mantenuto all’altezza dell’inguine in modo saldo, ponendo attenzione a mettere i pollici a T.
In base a come si è effettuato l’arresto si sceglie il lato dove partire, supponiamo che abbiamo fatto arresto sx/dx e che dobbiamo partire con la mano sx incrociando con il piede dx.
Spostiamo la palla sul lato sx mettendo la mano sopra in posizione di spinta, spostiamo il peso del corpo in avanti e facciamo un passo con il piede dx con l’obiettivo di prendere vantaggio sull’avversario.
Nello stesso momento in cui spostiamo la palla sulla sx facciamo avanzare la spalla dx in avanti facendo un piccola rotazione del busto.
Al fine di evitare un’infrazione di passi si deve sincronizzare il primo palleggio col primo passo facendo toccare il pallone a terra contemporaneamente all’appoggio del piede dx.

Risultato che vogliano ottenere è un movimento sinuoso quasi contemporaneo di spalla, braccia e gamba in modo da essere coordinati, veloci e quindi prendere vantaggio sull’avversario tagliandolo fuori col corpo da un repentino recupero difensivo.

PARTENZA OMOLOGA
Altrettanto importante è la partenza omologa in questo caso dopo, ad es., un arresto sx/dx si partirà stessa mano, stesso piede verso dx.

I principi della partenza sono gli stessi: baricentro basso, corretta posizione e tenuta della palla. La diffenza sta nel movimento della spalla, della gamba e nel primo palleggio. Infatti adesso il busto non ruota verso sx ma invece si protende verso dx contemporaneamente allo spostamento del peso del corpo sulla gamba dx.
Il primo passo tendenzialmente verso dx deve essere breve e contemporaneo al palleggio onde evitare di staccare il piede perno prima che la palla tocchi terra.
In questo caso è fondamentale che il secondo passo di sx sia fatto subito ed abbia la finalità di tagliare fuori l’avversario abbinato anche al movimento della spalla sx che ruotando il busto va a protendersi nella direzione di partenza.

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