(10.4) LIMITI OPERATIVI E DETERIORAMENTO
Naturalmente il mantenimento della delicata struttura porosa
ad alte temperature comporta un invecchiamento, cioè il collassare
graduale della stessa, con una diminuzione del numero di siti
attivi. Inoltre i metalli stessi sinterizzano, portando ad una
diminuzione dell'attività catalitica. Le elevate temperature
inducono l'invecchiamento del catalizzatore, rilevabile dalla
diminuzione di efficienza dello stesso. I convertitori catalitici
sono avvelenabili da alcuni elementi come il fosforo (presente nella
formulazione dei lubrificanti, sotto forma di alchilditiofosfato di
Zn, per conferire proprietà antiusura e antiossidanti) ed il piombo
(presente nelle benzine come additivo antidetonante, sotto forma di
piombo alchile); la benzina verde è stata introdotta per ovviare
all'avvelenamento da piombo. Un avvelenamento temporaneo è invece
provocato dallo zolfo, presente nella benzina in quantità intorno a
0,05%-0,1% peso; lo zolfo viene ossidato a SO2, che sembra inibire
l'efficacia del catalizzatore. Una volta che la SO2 viene rimossa
l'attività catalitica ritorna normale. La SO2 inibisce la
conversione dell'NO su platino e palladio in condizioni di miscele
ricche (bassi rapporti aria/combustibile), mentre per rapporti
stechiometrici non sembra esserci un effetto negativo misurabile. Si
ritiene che la diminuzione del tenore di zolfo nella benzina possa
avere un benefico effetto sulla potenzialità di limitazione degli
inquinanti. Il contenuto di zolfo nel gasolio (0,2% peso max) nelle
marmitte catalitiche ossidanti dà a SO2 ed SO3; questo gas si fissa
in solfati che, idratati, vanno a contribuire al particolato emesso
allo scarico. Per le motorizzazioni pesanti questo fenomeno è
quantitativamente ancora più rivelante. Un altro effetto negativo
dello zolfo consiste nell'innalzamento della temperatura, cosiddetta
di light off, ossidazione degli HC; la scelta ottimale del wash coat
sembra poter aiutare a risolvere tale problema. A causa di questi
fenomeni è stata posta in atto una notevole riduzione del tenore di
zolfo nei gasoli per autotrazione: a partire dal 1° ottobre 1996
infatti il gasolio a livello UE deve avere un contenuto massimo di
zolfo pari a 0,05% peso.
L'efficacia della marmitta
catalitica è massima quando la sua temperatura è sufficientemente
alta da accelerare le reazioni di ossidazione/riduzione. La
condizione ideale è la marcia in autostrada. Il catalizzatore entra
in funzione solo dopo un certo lasso di tempo dall'avvio del motore;
pertanto i percorsi cittadini stop and go non sono particolarmente
indicati per il funzionamento del dispositivo. Per evitare che la
benzina incombusta possa venire a contatto con il catalizzatore,
preservando così il convertitore catalitico, è sufficiente evitare:
- avviare l'auto a spinta, in caso di batteria scarica; -
insistere nei tentativi di accensione del motore; - spegnere il
motore quando gira ad alta
velocità. |