WARNING:
JavaScript is turned OFF. None of the links on this concept map will
work until it is reactivated.
If you need help turning JavaScript On, click here.
Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Filofisica 2015-16 VB ls, dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg (1927) che portò alcune correnti filosofiche (che si confrontavano con le scienze) a "gestire" le difficoltà rappresentate da una descrizione della realtà dove non si poteva procedere per: - evidenza del "principio di causa" - osservazione "oggettiva", dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg (1927) che portò ad un dibattito interno alla stessa comunità dei fisici, N. Bohr e la coloro che seguirono l'interpretazione della "scuola di Copenhagen" convinti che la descrizione probabilistica fosse proprio un "carattere" ineliminabile della realtà ne consegue che la natura "probabilistica" è in realtà ONTOLOGICA, dal Tentativo neokantiano (Circolo di Nelson) di confrontarsi con un gruppo di fisici ("Circolo di Lipsia") tra cui Heisenberg evidenziando le perplessità "del Circolo di Lipsia" nel "mantenere" il concetto di "cosa in sé" kantiano nella nuova prospettiva di "indeterminatezza", con attività laboratoriale riproponendo l'esperimento delle "due fessure", dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg (1927) approfondito da Klarens attraverso le stesse parole di Heisemberg "Nuovi Campi"; in Werner Heisenberg, "Fisica e oltre", Bollati Boringhieri, 2008., N. Bohr e la coloro che seguirono l'interpretazione della "scuola di Copenhagen" convinti che la descrizione probabilistica fosse proprio un "carattere" ineliminabile della realtà che è diventata l'interpretazione dominante perché suffragata da un enorme quantità di dati, ma che, ad un dibattito interno alla stessa comunità dei fisici divisi N. Bohr e la coloro che seguirono l'interpretazione della "scuola di Copenhagen" convinti che la descrizione probabilistica fosse proprio un "carattere" ineliminabile della realtà, enormi difficoltà dovute alla sconcertante fenomenologia del mondo ("microscopico") atomico. dimostrato con attività laboratoriale, dal Tentativo neokantiano (Circolo di Nelson) di confrontarsi con un gruppo di fisici ("Circolo di Lipsia") tra cui Heisenberg evidenziando le perplessità "neokantiane" rispetto alla fisica quantistica che agiva senza rispettare la "causalità" ("categoria") come nesso dovuto alle " forme apriori" ("nella sussunzione del molteplice intuito in un concetto") irrinunciabile per avere esperienza "scientifica", l'interpretazione dominante perché suffragata da un enorme quantità di dati, ma che lascia delle difficoltà nella costruzione di uno "scenario" della realtà universalmente accettato... Ecco alcune riflessioni introdotte da BIANCA, con attività laboratoriale riproponendo la dimostrazione della quantizzazione dell'energia, N. Bohr e la coloro che seguirono l'interpretazione della "scuola di Copenhagen" convinti che la descrizione probabilistica fosse proprio un "carattere" ineliminabile della realtà esemplificato dal "principio di complementarietà": occorre conservare "la coordinazione spazio-temporale" e "le leggi di conservazione dinamiche", vale a dire la localizzazione e la determinazione causale, come aspetti necessari e tuttavia reciprocamente esclusivi della considerazione fisica, enormi difficoltà dovute alla sconcertante fenomenologia del mondo ("microscopico") atomico. esemplificate dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg (1927), tra Einstein e chi, come lui, era convinto che tale "principio" fosse una tappa verso una comprensione deterministica dei fenomeni atomici ("Veramente è convinto che la Luna esista solo se la si guarda" - A. Einstein) ovvero che non si dovesse porre per principio l'impossibilità di arrivare ad una determinazione dei processi fisici ne consegue che la natura "probabilistica" è in realtà EPISTEMOLOGICA, Confronto tra FISICA QUANTISTICA e FILOSOFIA pone enormi difficoltà dovute alla sconcertante fenomenologia del mondo ("microscopico") atomico., che la natura "probabilistica" è in realtà ONTOLOGICA le perplessità "del Circolo di Lipsia" nel "mantenere" il concetto di "cosa in sé" kantiano nella nuova prospettiva di "indeterminatezza", alcune correnti filosofiche (che si confrontavano con le scienze) a "gestire" le difficoltà rappresentate da una descrizione della realtà dove non si poteva procedere per: - evidenza del "principio di causa" - osservazione "oggettiva" esemplificate dal Tentativo neokantiano (Circolo di Nelson) di confrontarsi con un gruppo di fisici ("Circolo di Lipsia") tra cui Heisenberg, dal Tentativo neokantiano (Circolo di Nelson) di confrontarsi con un gruppo di fisici ("Circolo di Lipsia") tra cui Heisenberg approfondito con CAMILLA "Meccanica quantistica e filosofia kantiana (1930-34)"; in Werner Heisenberg, "Fisica e oltre", pp. 138-146; Bollati Boringhieri, 2008., ad un dibattito interno alla stessa comunità dei fisici divisi tra Einstein e chi, come lui, era convinto che tale "principio" fosse una tappa verso una comprensione deterministica dei fenomeni atomici ("Veramente è convinto che la Luna esista solo se la si guarda" - A. Einstein) ovvero che non si dovesse porre per principio l'impossibilità di arrivare ad una determinazione dei processi fisici